mercoledì 30 dicembre 2015

lunedì 28 dicembre 2015

❁ Mehndi: Henna Tatoo ❁

La Lawsonia inermis, nota col nome comune di henna,o più spesso col corrispondente francese henné, è un arbusto spinoso della famiglia delle Lythraceae.
Questa pianta può raggiungere, nelle regioni del Sahara marocchino, l'altezza di un metro.
Dalle foglie e dai rami essiccati e macinati si ricava una polvere giallo-verdastra utilizzata come colorante su tessuti e pelle animale.

Originaria dell'Asia minore, Nordafrica, Iran ed India occidentale, la specie è stata coltivata in tutto il bacino del Mediterraneo orientale. Oggi è diffusa nei paesi arabi.

La tonalità rosso bruna varia in funzione della composizione in rami (rosso) e foglie (marrone). Spesso è mescolata con l'indaco per disporre di una maggior gamma di colori.

La nostra conoscenza delle proprietà coloranti e antisettiche di questa pianta risale a tempi antichissimi, basti pensare ai ritrovamenti di mummie egize.

L'henna ha diversi utilizzi che vanno da motivi religiosi a a cosmetici a terapeutici:

- Religioso: le donne e anche gli uomini sono soliti effettuare dei tatuaggi temporanei all'hennè (mehndi) come simbolo beneaugurale come ad esempio durante matrimoni.

- Cosmetico: utilizzato per abbellire e curare la pelle e per tingere i capelli.
- Terapeutico: note ormai sono le proprietà astringenti e antimicotiche di questa straordinaria pianta.

❁ Mehndi

E' il termine indiano per indicare un tatuaggio temporaneo all'hennè (Lawsonia Inermis), generalmente dipinto su mani e su piedi. Il suo utilizzo è principalmente religioso e beneaugurale durante riti nuziali o riti di protezione.

Può essere eseguito con uno stencil con a mano libera da vere esperte. L'uso e la pratica coinvolge un pò tutte le donne della famiglia e/o della tribù ed è simbolo di protezione per la persona che lo riceve. E' tradizionale del Nord Africa e dell'India.

Storia

L'origine del tatuaggio all'henné risale alle origini dell'umanità, infatti le popolazioni dell'area sahariana lo utilizzavano come pianta medicinale e per tatuaggi in occasione di feste e eventi sacri. Fu utilizzato in Mesopotamia, poi dagli Ebrei e dagli Egiziani. Si è scoperto che i capelli della mummia di Ramesse II erano stati tinti con l'henné. Alcuni testi assiri del VII secolo a.C. descrivono i preparativi di matrimonio di una giovane donna dalle palme delle mani e unghie colorate con l'henné. 

Inizialmente riservata a re e sacerdoti del mondo antico la pratica del tatuaggio con l'Henné raggiunse molti popoli in età romana per poi essere condannata dalla chiesa cattolica come pratica pagana se non addirittura considerata demoniaca.
L'henné infatti presenta proprietà terapeutiche lenitive e antinfiammatorie conosciute fin dai primi secoli oltre a dare la caratteristica colorazione bruna che tutti conoscono. Ancora oggi le donne di molti paesi medio-orientali utilizzano i tatuaggi su mani e piedi quali strumento di bellezza e seduzione per i rispettivi fidanzati e mariti.

I tradizionali disegni fatti con l'impasto all'hennè prediligono fiori, foglie anche in chiave astratta (vedi foto).

COME CREARE L'ìIMPASTO ALL'HENNE'

L'impasto ca creato con foglie di hennè accuratamente essiccate e macerate ( oggi è facilmente reperibile in diversi negozi Bio). La polvere ricavata viene impastata con acqua tiepida e succo di limone utilizzato come fissatore per aumentare la durata del tatuaggio e migliorarne la penetrazione della pelle.
Il colore caratteristico della polvere di hennè è verde brillante, mai nera, questo per poter discernere tra le varie qualità disponibili in commercio.
Il composto finale deve avere una consistenza nè troppo liquida (che potrebbe scivolar via e rovinare il disegno) nè troppo pastosa (perchè potrebbe aderire poco alla pelle riducendo il trasferimento del colore).

Oltre al limone, per migliorare la colorazione sulla pelle si può utilizzare dell'alcool per almenti (alcuni utilizzano nell'impasto delle vernici o acquaragia ovviamente sconsigliato perchè tossico).

Mai tenere a contatto l'hennè con contenitori metallici: sovente viene mescolato in contenitori di plastica, legno o vetro e mescolato con arnesi degli stessi materiali. Questo perchè il metallo potrebbe alterare le proprietà della pianta.

Di solito ,l'impasto va tenuto una notte a macerare in un ambiente asciutto e buio: questo per aumentarne il rilascio di colorante e quindi la scrivenza sulla pelle. 
Una simpatica "dritta" per aumentare la scrivenza è quella di congelare e scongelare l'impasto precedentemente preparato e lasciato macerare: l'alternanza di caldo e freddo aiuterebbe nel rilascio del colorante (tecnica utilizzata anche per la tinta per capelli all'Hennè).

COME APPLICARE L'IMPASTO E CREARE IL TATUAGGIO

coni in plastica
Generalmente l'impasto viene applicato sulla pelle avvalendosi dell'uso di coni di carta o di plastica oppure di una siringa con un particolare ago dal grosso calibro. Per chi è alle prime armi, si possono utilizzare degli stencil e stendere l'impasto con delle spatoline di plastica o legno. Per le mani esperte, invece, o per chi è pieno di creatività i coni e la siringa saranno la scelta più adatta.

In seguito all'applicazione dell'impasto, esso va lasciato asciugare accuratamente. Una volta che tutto l'impasto sarà essiccato, rimuovere con le mani le croste così potremmo ammirare il colore rossastro del tatuaggio tipico dell'hennè. 

Come consiglio, passare delel gocce di olio di argan sul tatuaggio per migliorarne il fissaggio.

DURATA DEL TATUAGGIO

Il tatuaggio all'hennè ha una durata media di 10/20 giorni (ad esclusione degli impasti che utilizzano vernici e/o acquaragia che, per ovvi motivi, durano polto di più!). 

La durata varia a seconda della cura che ne abbiamo. Per le prime 24 h dall'applicazione bisognerebbe evitare di lavare con saponi la zona. 
Più la zona è esposta a lavaggi frequenti minore sarà la durata.
Ad influenzare la durata dell'hennè vi è anche la sudorazione e il pH della pelle. Inoltre, anche le condizioni climatiche incidono molto: resta scuro in ambiente freddo e asciutto mentre tende a sbiadire in ambiente caldo e umido.


☢ ATTENZIONE

Anche se rimedio naturale, l'hennè NON VA UTILIZZATO in soggetti affetti da favismo o che presentano allergia alla pianta.
In caso di allergia, è consigliabile effettuare una prova su una piccola parte di epidermide e notarne gli effetti.
 


 


 

Melaya Iskandarani: La danza della Melaya

Originaria della regione di Alessandria D'Egitto, la danza della melaya è una danza folkloristica che deve il suo nome alla melaya, lo scialle usato dalle danzatrici in questo tipo di danza.

E' uno scialle nero, pesante, a volte adorno di paillettes per l'uso in scena, che funge anche da mantello, quindi molto diverso dal classico velo della danzatrice orientale.
Tradizionalmete la melaya era lo scialle con cui le donne egiziane si coprivano per uscire ed erano solite muovere per attirare gli uomini; oggi è raro incontrarne l'uso se non in teatro.

Il nome Melaya Iskandarani di questa danza deriva dalle sue origini geografiche ovvero in Alessandria D'Egitto (Iskandarani: "Alessandrina"). Tale danza non deriva da tradizioni locali bensì dalla creatività maestria coreografica dell'egiziano Mahmoud Reda.

E' una danza folkloristica molto giocosa e seduttiva che simula il corteggiamento tra un uomo e una donna, con la donna che si ritrae dalle avance dell’uomo, nascondendosi, ma con maliziosa maestria, dietro al suo scialle nero.
Tali caratteristiche si devono al carattere molto europeo della città d'Alessandria.

❋ CARATTERISTICHE DELLA MELAYA

Danza Iskandarani - Saggio Spettacolo "Il Piccolo Principe"
Questo scialle deve avere una notevole lunghezza tale da cader a terra mentre la donna la indossa sul capo.  E' uno scialle piuttosto spesso, di crepe di cotone; il lato corto misura 140-150 cm, e la lughezza è di circa 3 metri.

In genere un lembo della melaya viene fissato sotto l'ascella destra, coprendo il petto, e lo scialle viene drappeggiato sotto l'ascella sinistra, lasciando il braccio sinistro scoperto, fatto passare sopra le spalle, lasciando il lembo destro libero, a coprire il braccio destro. La mano sinistra trattiene l'estremità della melaya per contornare il viso e la mano destra muove l'estremità libera dello scialle. Il lato destro della melaya viene spesso attorcigliato intorno all'avambraccio durante la danza.

La danzatrice può utilizzare la melaya come uno scialle o un velo e farlo volteggiare in aria, ma soprattutto viene usata intorno al corpo ed alle braccia. Il concetto è quello di giocare con questo capo di abbigliamento, giungendo fino a legarselo ai fianchi, l'uso più coreografico che si può fare di questo accessorio (Melaya Leff).

L'ABBIGLIAMENTO

E' una danza strettamente legata alla sua origine. La danzatrice è solita indossare la Gallabyya, il tradizionale abito lungo fino al ginocchio e molto colorato, rifinito con balza o ruches, e presenta uno spacco laterale, o comunque è più corto da un lato. Può avere maniche a sbuffo o a campana. La versione usata per la danza ha normalmente scollo a V, spalle strette e decorazioni dorate qui e là.

Inoltre viene utilizzato un Mandil, un fazzoletto adornato con ponpon e sistemato sul capo, sabot o zoccoli con il tacco, e infine la melaya.

A volte viene coperto il viso con un velo sotto gli occhi (burqah), di pizzo fatto all'uncinetto, decorato con paillettes. Si usa spesso indossare una cavigliera di perline e monetine dal lato in cui il vestito è sollevato.



Da Danza Iskandarani Saggio- Spettacolo "il Piccolo Principe" 2015
Coreografia di: Chiara Pezzuti





 

domenica 27 dicembre 2015

Lezioni di Pilates - Aversa (CE)


I PUNTI DI FORZA DEL PILATES — E’ un sistema di allenamento con finalità soprattutto salutistiche, che cura e sviluppa il rafforzamento muscolare, la coordinazione, la postura e l’armonia dei movimenti attraverso esercizi a corpo libero e alcuni attrezzi molto specifici inventati all'inizio del '900 dall’inventore del metodo, Joseph Pilates. Il metodo, non pretendendo una particolare forma fisica iniziale, può essere praticato da chiunque. Donna, uomo, giovane, over, sano o con necessità di riabilitazione. Ha come scopo quello di eseguire esercizi sempre in economia energetica, fluidità ed equilibrio. Per raggiungere questo è necessario acquistare familiarità con sei principi base stabiliti dal suo fondatore:

RESPIRAZIONE — Una buona tecnica respiratoria contribuisce a migliorare i movimenti che eseguiamo, oltre ad ossigenare meglio tutti i tessuti corporei. Si deve inspirare mentre ci prepariamo al movimento ed espirare mentre lo stiamo eseguendo. Il metodo Pilates segue una tecnica respiratoria nota come lateral berathing, la respirazione laterale. Durante la respirazione si devono espandere le costole lateralmente lasciando gli addominali concavi (non dobbiamo espandere l’addome) e mantenendo la parte superiore del corpo rilassata.

CONCENTRAZIONE — In ogni fase dell’esercizio è fondamentale prestare attenzione a ogni movimento, non trascurando nulla. E’ importante raggiungere una piena consapevolezza della posizione assunta e mantenuta durante l’esercizio.

CONTROLLO — Concentrandoci dobbiamo arrivare al controllo di ogni movimento, della postura e di ogni singolo segmento corporeo, dalla testa alle dita dei piedi. Baricentro: inteso come la fascia che va dall'ombelico fino alla parte inferiore della schiena (in altre discipline viene definito ‘core’, nel Pilates ‘power house’) è unitamente alla respirazione l’elemento base del Pilates in quanto fornisce stabilità. Senza un baricentro forte, composto essenzialmente dai muscoli dell'area addominale e lombare non si possono muovere correttamente gli arti inferiori e superiori.

PRECISIONE — Nel Pilates quando si esegue un esercizio bisogna cercare la perfezione in ogni sua
fase. Dalla precisione dei movimenti nasce il bilanciamento del tono dei gruppi muscolari. La precisione consente di creare schemi motori corretti e di integrarli tra loro. Maggiore è la precisione, maggiore è il beneficio che ne deriva e minore il rischio di infortuni.

FLUIDITÀ
— La sequenza degli esercizi è eseguita senza pause fra l’uno e l’altro, senza interruzioni. I movimenti non devono essere mai rigidi e contratti, e neppure troppo rapidi o troppo lenti. Ciò è possibile solo se si possiede un power house forte.

I TANTI BENEFICI E I POCHI INCONVENIENTI — Gli esercizi di questo metodo coinvolgono tutte le aree corporee e le relative masse muscolari, senza gravare troppo sulle articolazioni. In ogni sua fase, dovendo esercitare un preciso controllo delle posizioni, è necessaria una costante attivazione della mente. Lavorando in allineamento fra dorso e powerhouse, la colonna si rinforza ed è sempre protetta, con conseguente miglioramento posturale e prevenzione del mal di schiena. Fortifica i muscoli più deboli e rilassa quelli più contratti. Contribuisce a diminuire lo stress. Trattandosi, tuttavia, prevalentemente di esercizi anaerobici, l’allenamento dovrebbe essere associato ad attività aerobiche, quali corsa, walking, bicicletta.

SOFFRI DI MAL DI SCHIENA?
HAI PROBLEMI POSTURALI?
ECCO LA SOLUZIONE PER TE!

PILATES
lunedì 18:00/19:00
mercoledì 18:00/19:00
CONTATTACI PER PRENOTARE UNA LEZIONE DI PROVA GRATUITA.
 

giovedì 10 dicembre 2015

"Danza L'anima" - La Festa de L'Angolo di Cliv

A.S.D.YOGA AVERSA e IL CHJOSTRO presentano LA FESTA DELL'ANGOLO DI CLIV un evento UNICO aperto ai soci e non, con...

ESIBIZIONI di DANZA DEL VENTRE & DANZA AFRICANA, COUS COUS...FREE ENTRY!!

....E PER FINIRE ESTRAZIONE A PREMI!
1° premio: un mese gratuito di PILATES (bisettimanale)
2° premio: un mese gratuito di DANZA AFRO (monosettimanale)
3° premio: un mese gratuito di DANZA DEL VENTRE (monosettimanale)
4° premio: un mese gratuito di DANZE POPOLARI
(monosettimanale)
5° premio: un mese gratuito di CORSO DI PERCUSSIONI (bisettimanale)
6° premio: 2 incontri gratuiti di DUNDUM DANCE (Danza Afro su Tamburi Basi)

VI ASPETTIAMO A PARTIRE DALLE ORE 21:00 con degustazione gratuita di cous cous africano e le esibizioni a cura delle allieve dei corsi di Danza del Ventre (Maestra Chiara Pezzuti) e di Danza e Percussioni Afro (Maestri Liliana De Cristofaro e Gamal Seya).

- DANZA DELLE CANDELE (Tunisia)
- FLAMENCO ARABO
- DANZA AFRO TRADIZIONALE del WEST AFRICA
- DUN-DUM DANCE (Guinea-Africa)
- DANZA ORIENTALE (Egitto)

GRAN FINALE CON LA MUSICA DAL VIVO DEI GUNA' PERCUSSION!!!
_________________________________________________________

Chiara Pezzuti e e le sue allieve
L'ANGOLO DI CLIV VUOLE FESTEGGIARE CON VOI LA CHIUSURA DI UN ANNO MERAVIGLIOSO!
MA...CHI SIAMO???
ECCO LA NOSTRA PRESENTAZIONE: Africa, India, Medioriente e sud Italia: dall'unione delle esperienze e delle singole competenze nelle rispettive discipline, Liliana De Cristofaro, Vincenzo Oliva e Chiara Pezzuti danno vita nel settembre del 2012 a "L'Angolo di Cliv", un luogo che è molto più di un centro yoga o una semplice scuola di danza, ma è un "angolo" dove ritrovarsi, incontrarsi, scambiandosi

Liliana De Cristofaro e Gamal Seya - Gunà Percussion
energie e sorrisi! Corsi di danza e musica africana, danza del ventre vari livelli, folklore arabo, Pilates, danze tradizionali del sud Italia, Yoga, seminari, laboratori, mostre, workshop e molto altro ancora...vieni a trovarci in via Pietro Rosano 55, nel cuore del centro storico di Aversa!

"Le cinque spezie" - Arabic Night

Conoscete la Terra D'Oriente? I sapori e i colori di un luogo che è tutt'uno con la magia? Una magia che nessuno stregone e nessun mago saprà mai ricreare...
Non cercatela, non la troverete...
Non immaginatela, non ci riuscirete.
Semplicemente, seguite la scia: la magia delle "nostre spezie" vi guiderà, verso Oriente!

Domenica 13 dicembre, alle ore 22.00, al Mixology Bar vi aspettano le allieve di Chiara Pezzuti della scuola L'angolo di Cliv per una speciale notte Araba.
Vedrete l'Oriente, attraverso le nostre danze e lo ascolterete, con la nostra musica.
Pronti ad assaporare un pò di quell'oriente che abbiamo portato qui per voi?
Vi aspettiamo, non mancate!

Le Cinque Spezie della serata:

 
Amaro....dolce...e forte
IL CUMINO : MariaLuisa Anglisani

 Ad ogni passo un battito..di vita vera! 


I sapori forti d'oriente
IL CARDAMOMO: Mena Verde
 La danza della vita...e la vita che danza...
Sorridi e non smettere mai di danzare!


Una spezia luminosa come l'oro
LA CURCUMA: MariaClaudia Natale
 Un angelo venuto da Oriente...


Fuoco d'oriente
IL SOMMACO: Marika Pascucci
 La donna con la danza nel cuore!


Decisa ..forte, ed infine delicata.
Myristica fragrans
LA NOCE MOSCATA:
Arianna De Martino


Mille e più parole potranno
mai spiegare questa magia?

sabato 28 novembre 2015

Aperitivo in bellezza:ispirazioni arabe


Karma relaxing house Caserta, in collaborazione con AraboCe - Lingua e Cultura Araba a Caserta - اللغة والثقافة العربية vi invita ad una serata speciale per conoscere i segreti della bellezza araba gustando un buon aperitivo arabo/italiano in compagnia di esperti del settore.

Dopo una breve introduzione storica sulle origini dell'arte estetica araba, assisterete alla realizzazione di un make-up occhi di ispirazione mediorientale effettuato su dalla ballerina di danza del ventre Marika Pascucci della Scuola di Danze Orientali "Angolo di Cliv" che si esibirà in brani tipici. A seguire, ci sarà l'intervento di una stilista che illustrerà le caratteristiche dello stile arabo dispensando suggerimenti per personalizzare il proprio look quotidiano.
La seconda parte della serata, grazie alle amiche di Sintony Benessere del Corpo , sarà dedicata alle tecniche di Nail-art e "ceretta con filo arabo" attraverso dimostrazioni pratiche gratuite su tutte le partecipanti che lo richiederanno.
Durante tutta la serata sarà possibile richiedere un tatoo all'esperta di tatuaggio alla henna Francesca Collà Ruvolo - Artbymind. che sarà presente all'evento.
A fine serata saranno distribuiti omaggi per alcuni trattamenti.

PROGRAMMA

 
20:00 Introduzione storica a cura di Araboce
20:15 Dimostrazione Make-up di Rosaria Cerreto di Sintony Benessere del Corpo
20:45 Consigli di stile by Fashion no stop
21:00 Esibizione di Danza del Ventre by Angolo Di Cliv
 
Intervallo Aperitivo a buffet
 
21:30 Dimostrazione Nail-art e ceretta araba by Sintony Benessere del Corpo
22:00 Distribuzione omaggi e saluti finali.

L'intera serata ha un contributo di partecipazione di 10€.

– PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA -
 
Contatti: 3286114474 (cell-whatsapp); 3892422277.

venerdì 27 novembre 2015

Gli Stili della Danza Orientale: La danza col Velo

La danza orientale (in arabo Raqs sharqi)ndica la danza classica orientale che si è sviluppata nelle corti principesche del medioriente.

La danza orientale viene spesso accompagnata da numerosi accessori tra i quali troviamo: doppio Velo.
Chiamata Danza Hawzi, è considerata nel mondo arabo la più raffinate delle danze orientali di tutti i tempi, origine dall Algeri.

L’origine del velo nelle culture antiche va visto come elemento rituale, legato alla nascita e alla morte, alla rigenerazione: erano velate le divinità, e quindi anche le sacerdotesse; d’altro canto, il velo segna ancora oggi i momenti rituali della vita, dal velo della sposa al sudario con cui si ricoprono i corpi dopo la morte.

Nelle religioni antiche, il velo era caratteristica delle divinità femminili che dovevano scendere nel regno dell’aldilà: Demetra per i Greci e i Romani, o Ishtar per i Babilonesi. Ishtar, in particolare, nel suo viaggio ultraterreno deve attraversare sette porte, e a ogni porta deve spogliarsi di un velo.

La parola stessa, velo, viene dal latino velum, tenda, perché indicava in origine una tenda che, all’interno del tempio, separava la zona sacra riservata al sacerdote da quella pubblica, dedicata al culto.

Nel 1893 viene pubblicata la Salomè di Oscar Wilde, in cui c’è una scena con la danza dei sette veli, anno cruciale per la storia del velo nella danza orientale dei nostri giorni.

Intorno a questa danza si scatenarono scandali e si accese la fantasia degli occidentali, ma si determinò anche, per la prima volta, il passaggio della danza orientale su un palcoscenico. 

L'ingresso definitivo del velo nella danza del ventre egiziana risale agli anni Quaranta del Novecento ed è opera di Samia Gamal: la sua insegnante russa, Anna Ivanova, le insegnò l’uso del velo nelle entrate in scena e alcune figure con le braccia, ispirate alle danze popolari del Caucaso. 

In questa fase abbiamo una distinzione della danza col velo americana e egiziana: mentre la danzatrice egiziana  utilizza il velo facendolo volteggiare per creare uno spazio scenico, quella americana lo drappeggia intorno al corpo per poi toglierlo e "giocarci" tantissimo ( questo verrebbe visto come uno spogliarello in Egitto!).

Ma è grazie agli americani se oggi abbiamo altre versioni "evolute" del velo come il doppio velo, le ali di iside, il fin veil e il recentissimo veil poi.


Comunque sia andata storicamente, il velo è oggi parte integrante del repertorio della danza orientale. Il suo uso può essere anche semplificato, e si adatta quindi persino a chi è una neofita della danza. 

Il velo solitamente è di mussola o di chiffon, comunque di un tessuto sottile e trasparente, spesso lucido, e sempre di colori che si abbinino con il costume. Può essere rettangolare oppure semicircolare.

La danzatrice gioca con il velo disegnando figure definite "aperte" o "chiuse" nel volteggiare della sua danza. Il velo non tocca mai terra, le braccia della ballerina sono sempre tese e accompagnano il suo movimento.

Il velo diventa contorno dei movimenti della ballerina: le forme da esso creato sono la cornice della sua danza.

" Il velo nella danza orientale è come un fiore da cogliere e lasciare, riprendere ed avvolgere intorno al corpo, è una nuvola, un tratto di arcobaleno, un sospiro, un abito nel quale nascondersi e scoprirsi. E' un compagno di giochi a nascondino con il quale alternarsi seguendo la musica per esprimere intimità, dolcezza, vitalità, complicità.
I movimenti lo fanno scivolare sul viso, poi sul corpo, raggiungendo il cielo per poi toccare terra.
Ecco che si riscopre il proprio mondo interiore di fantasia e sensualità..."

Fathen Aoued

mercoledì 11 novembre 2015

Gli stili della Danza Orientale: Raks Al Sayf (Danza con la Spada)

La danza orientale, del caleidoscopio di colori che offre, prevede diversi stili: ogni stile è caratterizzato o meno dall'utilizzo di un particolare strumento. Per Raks Al Sayf intendiamo la Danza con la Spada.

Questo stile prende il nome dallo strumento che viene utilizzato, una spada, di varia tipologia, colore e dimensioni utilizzata dalla danzatrice durante l'esibizione. E' uno strumento piuttosto "moderno" della danza orientale e le sue origini sono alquanto incerte. Vi sono diverse leggende a riguardo ed ognuna porta in sè un significato.

Qualcuno la considera una danza sacra, legata ai riti propiziatori di Madre Terra (d'altronde la danza orientale altro non è che una danza in omaggio agli elementi del Creato!)
Danzando con la spada rendiamo omaggio ad Isthar, antica  Dea mesopotamica della Vita, della Luna, della Natura e della Guerra. 

Dall'Egitto alcune fonti parlano di danzatrici gawazee che avrebbero strappato le spade ai soldati napoleonici in missione in Egitto per improvvisare una danza con la spada in equilibrio sulla testa allo scopo di incantare gli "invasori" e magari, perchè no, avere un compenso in denaro per la loro esibizione. Ad ogni modo, il messaggio che trasmettevano era un uso della spada come oggetto di armonia e non di guerra.

I racconti ci riconducono anche al culto della Dea Manat la cui statua la raffigura con due spade in mano dai nomi Mikhdam (la tagliente) e Rasub (la penetrante); tale raffigurazione spiegherebbe anche il perchè in molte raffigurazioni pittoriche la danzatrice appaia con due spade: una in equilibrio sulla testa e una inpugnata in mano. 

Dalla Turchia, invece, viene una forma di antica danza coi pugnali o piccole sciabole, che origina dal gioco delle ballerine di danzare con i pugnali degli uomini degli eserciti. Le sciabole venivano appoggiate in terra incrociate, e le ragazze danzavano sopra di esse. In questa forma la danza con i pugnali era simbolo di giocosità e veniva fatta per divertimento, senza alcun richiamo verso l'aggressività. Sempre dalla Turchia proviene il racconto di come talvolta le schiave, ai tempi dell'impero ottomano, riuscivano a strappare le spade ai soldati, per improvvisare una sensuale danza, ponendo la spada sul capo,  attraverso cui riaffermare la  libertà della propria anima:  "Anche con una spada sulla testa, sono libera di muovere i miei fianchi e danzare", sembravano dire le belle schiave dell'harem ottomano. La spada simboleggiava la forza ed attraverso essa la schiava liberava la sua anima danzante.

Dalle varie storie e racconti, vengon quindi fuori i vari significati associati alla spada: non solo strumenti di Forza e Guerra, ma simbolo di Equilibrio (quando viene tenuta in equilibrio sulla testa o sulel varie parti del corpo a mò di bilancia) ma anche di Giustizia e Temperanza (basti ricordare le raffigurazioni di questedue virtù nei Tarocchi). Inoltre, la spada è il simbolo della Luna e delle Forze Misteriose dell'Universo.

La danza con la Spada è l'unione del maschile e del femminile: l'equibrio e la Forza maschile che si unisce e miscela al buio, l'occulto e la maternità femminile. 

Ed ecco che questa danza miscela la forza della spada a movimenti lenti e sinuosi, femminili certamente, che si intervallano a impugnature e movimenti delle arti marziali tant'è vero che, più che una danza, sembra quasi una vera e propria arte marziale. Questa danza richiama anche la Terra, con i movimenti marcati e veloci e i movimenti lenti della danzatrice stesa a terra in una varietà di combinazioni.

L'abbigliamento di questa danza è alquanto diverso dal Raqs Sharki ed è molto a discrezione della danzatrice: vengono prediletti pantaloni e top (completo alla turca) per il maggior comfort e praticità nei movimenti che richiede questa danza oltre ad avere un carattere più marcato e maschile. Nonostante tutto, come suddetto, molto sta all'interpretazione della danzatrice: ed ecco che possiamo incontrare un'associazione della spada con un classico abbigliamento raqs sharki o con una gonna ATS. Inoltre, spesso la danzatrice protegge il proprio capo con una pashmina che la aiuterà anche a donare maggior equilibrio alla spada in equilibrio sul capo.

Le musiche scelte generalmente per questa danza spaziano dai classici orientali a musiche stile epico odierne o musiche fusion di sonorità tra il Mediterraneo e l'Oriente.



giovedì 5 novembre 2015

Danza in Fascia - Percorso Post Partum

▸COME NASCE L'IDEA?
Il post-partum e il puerperio sono delle fasi molto delicate che succedono il parto in cui la donna vede nuovamente cambiare il suo corpo: ella passa dalla condizione di donna a quella di Madre; il suo corpo si modificherà per donarsi al proprio bambino.
Ma la donna deve anche riprendersi dal parto!
Ecco perchè la danza orientale e il Pilates: la prima è la danza della femminilità per eccellenza, la danza arcaica, una danza che dona benefici a tutto il corpo e allo spirito, con i suoi movimenti fluidi rilassa il bambino e armonizza il corpo della mamma. Il Pilates ci aiuta nella respirazione e nella ritonificazione del pavimento pelvico, lavorando sull'allungamento muscolare e sula rieducazione posturale.

▸QUALI BENEFICI?
I movimenti proposti saranno prevalentemente incentrati nella zona pelvica e addominale: ciò aiuta il recupero del tono addominale e perineale, a ritrovare il tono muscolare e a prevenire disfuzioni perineali come incontinenza e prolasso post-partum e/o riabilitare il pavimento pelvico dopo il passaggio del bambino.

Il percorso, inoltre aiuta a rafforzare il legame madre-bambino, ad abbattere gli stati d'ansia e trovare conforto e aiuto tra donne, un percorso di unione, confronto e sostegno femminile.

▸CHI CONDUCE?
Dott.ssa Ost. Mena Verde, ostetrica e floriterapeuta clinica, rieducatrice del pavimento pelvico ed esperta nei percorsi nascita e crescita del bambino.

Dott.ssa Chiara Pezzuti, coreografa e maestra di danze orientali (MIDAS/CONI), insegnante di Pilates, esperta nella conduzione di percorsi di movimento in gravidanza e post-partum.

▸COME SI ARTICOLA?
L'incontro avrà la durata di 2 h.
Sarà suddiviso in parte pratica con movimento in fascia e parte teorica in cui affronteremo le varie tematiche del post-partum come allattamento, recupero post-partum il tutto col la presenza della figura dell'ostetrica e della psicologa.

Nella pausa: "L'Angolo Tisaneria" ci aiuterà a rilassare, potremo scambiare qualche chiacchiera e conoscere le proprietà e i sapori di alcune erbe medicinali utili nel recupero puerperale e galattogoghe (favorenti la produzione di latte).

▸QUANDO?
Ogni Lunedì dalle ore 16,00 alle ore 18,00

▸DOVE?
L'angolo di Cliv, Via Rosano 55 - Aversa (CE)

INCONTRO CON POSTI LIMITATI!

☎ INFORMAZIONI E PRENOTAZIONE:
Dott. Ost Mena Verde: 3384330100
Dott Chiara Pezzuti: 3470808020
 

FOTO DELL'EVENTO: